CHE IL VIAGGIO NON ABBIA MAI FINE

Benvenuti in questo blog... come vedrete si parla di crecita personale .. di pnl e della mia avventura iniziata circa due anni fa..
Tutto inizio il giorno che il giorno che la mia vita si incrociò con un libro di magia... bastò leggere le prime pagine perchè la mia vita iniziasse a cambiare.
Questo blog vuole testimoniare il mio percorso ... il cammino compiuto ... e anche quello da compiere .
Se vorrai camminare insieme a me ... ne sarò felice ed onorato... dei buoni compagni di viaggio rendono il cammino meno faticoso e più divertente... se sei capitato qua per caso .. navigando nell'infinito spazio di internet e vuoi lasciare una testimonianza del tuo passaggio scrivendo un commento agli articoli che leggerai.. sarà utile a me e a tutti quelli che passeranno dopo di te .. e sarai anche tu strumento di crescita e cambiamento per tutti.
Se permettiamo alla nostra parte migliore di risplendere... permetteremo anche a chi ci circonda di far risplendere la loro parte migliore... e migliore sarà la nostra vita.

CHE IL VIAGGIO NON ABBIA MAI FINE ... E LO ZAINO SEMPRE PIENO DI EMOZIONI

Ubaldo " UBY " Saltarelli
NLP Master Practitioner

domenica 22 febbraio 2009

DAL SOGNO ALLA REALTA'




V PARTE : I LIVELLI DI PENSIERO

I livelli di pensiero, o livelli logici, sono i vari livelli sui quali scorre la nostra vita, pensati da Robert Dilts, uno dei più grandi studiosi di PNL e possono essere rappresentati in forma piramidale:
· L’ambiente. Per ambiente si intende, oltre al luogo in senso stretto dove si vive, anche i contatti umani, le amicizie, il lavoro, gli strumenti di cui siamo in possesso per svolgere le nostre azioni.
· I comportamenti. I comportamenti sono fondamentalmente le azioni che noi compiamo.
· Le capacità. Cosa siamo in grado di fare.
· Le credenze ed i valori. Quello che crediamo, quello che per noi è importante e che veramente ci motiva.
· L’ identità. Chi siamo e chi crediamo di essere.
I livelli si influenzano l’un l’altro; soprattutto partendo dal più alto l’identità, verso il più basso, l’ambiente. Quindi, la nostra identità influirà sulle credenze e i valori, e di conseguenza questi influiranno sulle capacità, i comportamenti e l’ambiente.
Parlando delle convinzioni abbiamo detto che anche l’identità è una convinzione, ovvero, è una sensazione di assoluta certezza su noi stessi. Possiamo sicuramente dire che l’ identità è la più forte di tutte le credenze ed è quella in grado di influire su tutti gli altri livelli e soprattutto determina le risorse alle quali accediamo, innescando un circolo virtuoso, o vizioso, a seconda della convinzione sulla nostra identità. La convinzione sull’identità ci consente di accedere alle risorse interne, le risorse ci fanno compiere azioni , le azioni generano risultati e i risultati generano nuove convinzioni.
Ora che abbiamo ben formato il nostro obiettivo, abbiamo stabilito la nostra motivazione determinando i bisogni che il nostro obiettivo va a soddisfare, ci siamo focalizzati correttamente sui risultati, ora che abbiamo cambiato le nostre convinzioni non utili e le abbiamo gettate via insieme a un foglio di carta appallottolato, ci è utile fare una “passeggiata “ nei nostri livelli di pensiero.
Avendo presente il nostro obiettivo rispondiamo alle seguenti domande :
Ambiente:
L’ambiente che frequento è potenziante? Mi aiuta?
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In che modo mi aiuta / non mi aiuta ?
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Cosa posso fare per migliorare il mio ambiente?
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Comportamento :
Quali azioni sto compiendo per raggiungere il mio obiettivo?
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Quali altre azioni dovrò mettere in atto per raggiungere il mio obiettivo e realizzare il mio sogno?
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Capacità:
Quali capacità dovrò sviluppare per raggiungere il mio obiettivo ?
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Sto mettendo a frutto tutte le mie capacità?
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Quali altre capacità mi servono e come posso acquisirle?
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Convinzioni e Valori:
Quali sono le convinzioni potenzianti che già ho e che mi permetteranno di raggiungere l’obiettivo?
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Quali sono le mie nuove convinzioni potenzianti ?
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Di quali altre convinzioni ho bisogno ?
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Sto vivendo i miei valori ?
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Questi valori mi permetteranno di raggiungere il mio obiettivo? Come mi potenziano?
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Identità
Chi sono io ?
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Chi voglio essere?
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Mi sto impegnando per essere la persona che voglio ?
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Al livello più alto Robert Dilts mette lo Spirito, che riguarda il contributo che, raggiungere l’obiettivo, darà alla nostra vita e alla vita degli altri, a come ci farà sentire averlo raggiunto, alla persona che diventeremo.
Spirito:
Come mi sentirò quando avrò raggiunto il mio obiettivo?
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In che modo migliorerà la mia vita?
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In che modo migliorerà la vita di chi mi sta intorno?
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Questa passeggiata sui vari livelli su cui si svolge la nostra vita, ci ha dato una panoramica di cosa abbiamo e di cosa dobbiamo acquisire; non rimane che metterci in azione.

Fine V^ Parte

lunedì 16 febbraio 2009

DAL SOGNO ALLA REALTA'

4^ Parte : LE CONVINZIONI


“ Se credi di farcela o di non farcela…
Hai comunque ragione ”
H. Ford.

Le convinzioni sono sensazioni di assoluta certezza su qualcosa, su qualcuno, su noi stessi.
Torniamo con la mente al passato, a qualcosa che proprio non siamo riusciti a fare, qual’ è stata la nostra convinzione di partenza?
Prima di iniziare il mio percorso con la PNL , avevo delle convinzioni riguardo ad alcuni argomenti e la convinzione che condizionava, anzi gestiva, la mia vita era : “ Non riuscirò mai a cambiare lavoro e a fare qualcosa che mi piace”. Avendo questa fortissima convinzione, non facevo assolutamente nulla per cambiare e ammuffivo tra le pareti di un ufficio polveroso, con le sbarre alle finestre.
Da dove nasceva questa convinzione? Sicuramente da esperienze passate; mi ero sentito rispondere no molte volte, essendo il mio ambiente di lavoro molto legato al clima politico della città. Alla prima convinzione, se ne aggiunse un'altra : “ Non mi permetteranno mai di cambiare lavoro”, in quanto era chiaro che in certi ambienti i diritti spesso vengono scambiati per favori da elargire a chi è legato al proprio carro. A queste due prime convinzioni, se ne aggiunse una terza: “ Mi va Tutto male”, anche, se in realtà, non è che andasse proprio tutto male.
Tranne il lavoro, che non mi piaceva, avevo una vita abbastanza normale, con qualche problema certo, alti e bassi, come lo è ancora adesso, ma questo “mi va tutto male” mi spingeva a non fare niente. Per paura che andasse male, non frequentavo più la palestra, passavo il tempo a poltrire, ero aumentato di peso a dismisura e la mia salute fisica e psichica cominciava a risentirne in modo piuttosto evidente.
Cosa emerge da questa breve storia?
Le convinzioni sono generalizzazioni riguardo a ciò che noi, in particolari momenti della nostra vita, riteniamo vero, ma che non sempre lo è.
Le convinzioni provengono dalle nostre esperienze, dai nostri pensieri o dalle esperienze, e dai pensieri, di altri: famiglia, scuola, programmi televisivi, e quant’altro riesca a entrare nella nostra mente nei modi più disparati .
Le generalizzazioni, in quanto tali, sono positive, poiché ci permettono di creare degli insiemi di oggetti che funzionano allo stesso modo e ci evitano, ogni volta, il lavoro della loro riscoperta: le automobili si guidano allo stesso modo, la lampadina si accende schiacciando l’interruttore, la porta si apre girando la maniglia .
Se le generalizzazioni diventano convinzioni depotenzianti, condizionano pesantemente la nostra vita.
Quali sono le caratteristiche delle convinzioni depotenzianti?
La convinzione depotenziante è Personale: “IO SONO SBAGLIATO”, non il mio comportamento, ma Io sono sbagliato.
Quell’ “io sono sbagliato” genera addirittura un’ identità; ci identifichiamo in un comportamento sbagliato e se cambiare un comportamento a volte è difficile, cambiare l’identità lo è molto di più.

La seconda caratteristica della convinzione depotenziante è la Permanenza: “Non ci riuscirò MAI”. A volte lo diciamo senza neanche averci provato, convinti che, tanto, non ci riusciremo mai. Cosa sarebbe successo se avessimo almeno provato a fare quella determinata cosa? Ci saremmo riusciti subito? Forse no. Di solito il fare qualcosa richiede impegno, probabilmente dopo alcune prove andate male, qualcosa avrebbe iniziato a girare nel verso giusto, e continuando con il nostro impegno avremmo finito per farla bene.
Facciamo l’esempio di due persone, di una certa età, che vengono messe davanti a un computer, stessa età, stessa preparazione, stesso lavoro. La prima di queste persone guarda il computer con diffidenza e dice: “io non riuscirò mai a imparare a usarlo” e continua a usare carta e penna per il suo lavoro. Il secondo guarda il computer, con altrettanta diffidenza, ma accetta la sfida, lo accende e comincia a studiarselo; all’inizio troverà molte difficoltà e farà molti errori, sarà tentato di riprendere carta e penna, ma insiste e impara dagli errori. In breve tempo, la seconda persona riuscirà a lavorare con il computer, mentre la prima rimarrà nella convinzione che non riuscirà mai a impararne l’uso e continuerà a usare carta e penna, eppure le qualità delle due persone erano molto simili .
La terza caratteristica è la Pervasività, ovvero, Va tutto male!
Ci capita che ci venga chiesto come va la nostra vita, e magari in quel dato momento abbiamo un determinato problema che non riusciamo a risolvere e presi da quel problema rispondiamo : “Va male”.
In effetti, va male solo quella determinata situazione, ma pervade tutta la nostra vita e ci dà la percezione che tutto vada male.
Ricorda la frase di Henry Ford: Se credi di farcela o di non farcela…Hai comunque ragione.
Questo a significare che non esistono convinzioni giuste o sbagliate; dal momento che le abbiamo sono assolutamente giuste e fondate per noi, ma esistono convinzioni potenzianti o depotenzianti, utili o non utili, allo scopo che ci prefiggiamo.
Nel momento in cui le convinzioni non utili e depotenzianti prendono il sopravvento, danno luogo a quella che viene chiamata incapacità acquisita, ovvero ci auto convinciamo di non avere nessuna capacità a perseguire lo scopo e a quella che viene chiamata profezia auto realizzante del tipo: “ lo sapevo che non ci sarei mai riuscito.”
Da quando ho incontrato la PNL molte cose sono cambiate nella mia vita e tornando al discorso della mia esperienza lavorativa, pur rimanendo nella stessa azienda, ho cambiato tipo di lavoro, ho avuto una promozione e attualmente sono responsabile del mio ufficio.
E’ cambiato qualcosa? Si … Le mie convinzioni.
La mia convinzione “Non riuscirò mai a cambiare lavoro e a fare qualcosa che mi piace” è diventata : “Se cerco veramente un lavoro migliore, potrò fare qualcosa che mi piace. Dipende da me”.
Quindi mi sono preso la responsabilità di cambiare, assumendomi anche la possibilità di poter cambiare e annullando di fatto anche il “non mi permetteranno mai …”. Ho cambiato il “ Mi va tutto male” in: “ Per adesso, l’ambiente di lavoro non mi soddisfa ma rimane solo una parentesi nella giornata; ho tante altre cose che vanno per il verso giusto”
Ha funzionato cambiare le convinzioni? … Direi di si.
Quindi le convinzioni si possono cambiare. In che modo?
Anthony Robbins dice che le convinzioni sono come tavoli a cui noi abbiamo aggiunto tante gambe.
Queste gambe sono il frutto della nostra esperienza, dell’esperienza e delle convinzioni di altri, e frutto della nostra fantasia e di come interpretiamo quello che ci accade.
Quindi, se la nostra convinzione è quella che non saremo mai capaci di fare qualcosa, le gambe che abbiamo messo per sorreggere il tavolo saranno: l’esperienza, perché una volta non siamo riusciti a fare quella determinata cosa; le convinzioni di altri, la mamma o l’insegnante che diceva che noi non eravamo portati per quella cosa; fino a trovare tanti altri riscontri che sono diventati le gambe sotto il tavolo della nostra incapacità. Ricordiamo il vecchio detto “ chi cerca trova”. E’ proprio così che funziona la nostra mente; va a cercare tutto ciò che conferma la nostra convinzione, giusta o sbagliata che sia .
Come si cambiano le convinzioni:
· Individuiamo la convinzione che vogliamo cambiare.
· Associamo dolore a quella convinzione. Noi ci muoviamo inconsciamente verso il piacere e ci dirigiamo verso il piacere. Dolore e piacere sono le leve che muovono la nostra vita. Domandiamoci, quindi, quanto dolore ci provocherà mantenere quella convinzione; quanto ci costerà in termini di vita, di affettività, in termini economici, di salute, di tempo. Più dolore riusciamo ad associare a quella convinzione, prima riusciremo a cambiarla.
· Metti in dubbio quella convinzione. E’ stato sempre cosi? Quale esperienza mi dice il contrario? Da dove viene questa convinzione? E’ mia? O mi viene da qualcuno? O da qualcosa? Ricorda che la convinzione è una sensazione di assoluta certezza su qualcosa o su qualcuno; se poni dubbi, intacchi le fondamenta della convinzione stessa. Taglia le gambe al tavolo della convinzione non utile.
· Crea una nuova convinzione utile. Una convinzione non può essere semplicemente annullata, deve essere sostituita da una nuova convinzione.
· Associa piacere. Cosa ti darà questa nuova convinzione? Cosa ti farà ottenere? Che persona diventerai? Cosa darà alle persone che ti circondano? Come ti sentirai quando avrai raggiunto il tuo obiettivo? Più crei piacere nell’avere questa nuova convinzione, più la tua mente inconscia sarà disposta al cambiamento.
· Crea conferme. Torna indietro con la memoria, a tutte le volte che hai raggiunto quello che ti sei prefisso, che sei stato forte, che hai parlato bene in pubblico, che sei riuscito a calare di peso, ecc. Crea conferme positive alla nuova convinzione. Aggiungi gambe a quel tavolo.

Cambiamo insieme le convinzioni non utili.
Scrivi su un foglio almeno cinque convinzioni non utili che potrebbero ostacolarti nel raggiungimento del tuo obiettivo.
A ognuna associa dolore, per esempio: “non riuscirò mai a lavorare con il computer”! “Cosa succederebbe se non riuscissi a lavorare con il computer”? Sprecherei tanto tempo a scrivere a mano. “Il mio lavoro non migliorerà, perché ormai il computer è un mezzo essenziale”. “Non farò carriera e guadagnerò di meno”. E cosi via. Poniti delle domande-dubbi: “mi sono impegnato abbastanza”? “Da dove mi viene questa convinzione”? “Chi dice che non posso imparare”?

Su un altro foglio scrivi le nuove convinzioni, per esempio: “se voglio e mi impegno posso imparare ad utilizzare perfettamente il computer”.
Associa piacere: “imparando a usare il computer impiegherò meno tempo a fare tante cose e potrò trascorrere il tempo che mi rimane con la mia famiglia o con la fidanzata o facendo sport”. “Potrò aggiornarmi e fare carriera, guadagnare di più e avere una vita migliore”.
Rafforza le tue certezze: “non è la prima volta che imparo a utilizzare uno strumento elettronico”; “so usare il telefono cellulare che in effetti è un computer”; “so usare un decoder”; “conosco perfettamente il cruscotto della mia macchina che è un computer”.
Ora che hai trasformato le tue convinzioni non utili in convinzioni utili ……. Appallottola il foglio dove hai scritto le vecchie convinzioni e buttalo via e, insieme al foglio, butta via le vecchie convinzioni.
Sul foglio dove hai scritto le nuove convinzioni, aggiungi cinque convinzioni utili che hai e che ti faciliteranno il percorso verso il raggiungimento dell’obiettivo.
A ognuna associa piacere: cosa ti darà quella convinzione? In che modo ti faciliterà il percorso? Che persona sarai? Come ti senti con quella convinzione utile?
A ognuna associa certezza: “L’ho già fatto molte volte”! “E’ una convinzione che mi viene dall’esperienza vissuta”! “Altre volte mi sono già impegnato a fare qualcosa e ho raggiunto i miei obiettivi”!
Finito questo lavoro rileggi lentamente il foglio con le nuove convinzioni utili, alle quali avrai aggiunto le convinzioni utili che già avevi e che hai rafforzato e…. mettilo in un luogo dove potrai vederlo spesso e ricordarti delle infinite potenzialità che hai .

domenica 8 febbraio 2009

DAL SOGNO ALLA REALTA'







3^ parte : IL FOCUS

Immaginiamo di avere una straordinaria fotocamera, molto sofisticata ma di uso molto semplice, di quelle che possono fare tutto, in automatico e in manuale, e puoi stabilire tu, in ogni momento, come la fotocamera debba lavorare. Immaginiamo, inoltre, che sia dotata di uno straordinario obiettivo zoom, cosi straordinario che può mettere a fuoco il panorama a 360 gradi o, individuare e mettere a fuoco un piccolo e unico particolare di quel panorama, ambedue in maniera estremamente nitida…. luminosa… colorata .
La fotocamera e l’obiettivo sono veramente straordinari … i migliori che siano stati creati a memoria d’uomo.
E’ domenica, c’è il sole, l’aria è tiepida, ognuno di noi prende la sua fotocamera ed esce di casa, e ci ritroviamo tutti davanti a un bellissimo panorama. Cominciamo a guardare dentro l’obiettivo e alcuni vedono un panorama straordinario, fatto di sfumature di colore, piante meravigliose, animali in libertà , respirano il profumo dell’aria e provano sulla pelle il tepore del sole. Naturalmente in quel luogo sono passate molte persone e qualcuno ha lasciato abbandonato qualche sacchetto di immondizia e qualcuno punta l’obiettivo proprio su quel sacchetto che rovina il panorama . Tutti scattano la foto .. chi al panorama a 360 gradi, con qualche sacchetto di immondizia sparso ma con tutti quei meravigliosi colori, e chi a quell’unico sacchetto di immondizia , tralasciando tutto il resto.
La fotocamera con il meraviglioso obiettivo è la nostra mente, la foto che scattiamo è la nostra vita.
Quando andremo a vedere le foto, alcuni vedranno il panorama con i brutti sacchetti abbandonati, che magari si sarà preso la responsabilità di rimuovere, per valorizzare ancora di più il panorama, altri vedranno solo il sacchetto dell’immondizia, ignorando il panorama con tutto quello che racchiude .
Il focus è ciò su cui ci concentriamo, è ciò che valorizziamo, è quello su cui puntiamo il nostro obiettivo, e da questo dipende la qualità della nostra vita.
Quando ci focalizziamo su qualcosa, automaticamente cancelliamo tutto il resto, e la nostra mente a fare questo è di una bravura straordinaria; se siamo padroni della nostra fotocamera siamo anche in grado di scegliere cosa cancellare.
Una prova molto semplice: focalizziamoci su un colore, il rosso, il verde, o uno qualsiasi; l’importante è che sia solo quello, poi guardiamoci intorno.
Sicuramente stiamo scoprendo che nell’ambiente in cui ci troviamo ci sono molte cose di quel colore e che, fino ad un attimo fa, ignoravamo che ci fossero o meglio, non eravamo focalizzati su quel colore, e la nostra mente lo aveva totalmente ignorato.
Sta a noi ricordare che la fotocamera e l’obiettivo possono essere usati in manuale e possiamo scegliere su cosa puntare prima di scattare la fotografia e ne abbiamo la piena responsabilità .

Le Domande … come ? … cosa ? perché ?
Guardando le foto, specialmente quelle del sacchetto dell’immondizia, qualcuno potrà chiedersi ….. perché la mia foto è cosi brutta? Perché non ci sono i colori e le piante e gli animali in libertà? Le risposte verranno di conseguenza .
La mente, oltre ad essere una meravigliosa fotocamera, è il più sofisticato dei motori di ricerca ed è in grado di dare la risposta a ogni domanda; la mente non interpreta, la mente è precisa, a ogni domanda una risposta.
Perché la mia foto è cosi brutta? E’ cosi brutta perché non sono capace di fotografare! La mia foto è cosi brutta perché la mia fotocamera non vale nulla! E cosi via… ad ogni domanda segue sempre una risposta pari alla qualità della domanda stessa; alla fine potremmo anche pensare che la nostra foto è brutta perché ci cambiano il panorama. Sembra impossibile? Eppure la mente trova sempre risposte, anche assurde.
Proviamo a cambiare le domande: Cosa posso fare per migliorare la mia foto? Come posso renderla ancora più bella? Come posso utilizzare al meglio la meravigliosa fotocamera che ho la fortuna di avere?
Domande diverse…producono risposte diverse: Posso inquadrare una porzione più grande del panorama! Posso inquadrare più colori! Posso togliere quel sacchetto dell’immondizia e buttarlo nel cestino! Posso partecipare ad un corso di fotografia! Posso chiedere a chi è più bravo di insegnarmi cosi divento bravo anche io !

Cosa riescono a fare le domande?
Dalla qualità delle domande dipende la qualità delle risposte.
Se ci chiediamo perché … il nostro focus si sposta sui problemi, se ci chiediamo cosa…come …. spostiamo il focus sulle soluzioni. Dalla qualità delle domande dipende quello che la nostra mente cancella. Dalla qualità delle domande dipende quali risorse interne utilizzeremo per raggiungere il nostro obiettivo e trasformare il nostro sogno in realtà

Riassumendo:
· Le domande determinano su cosa ci focalizziamo.
· Le domande determinano ciò che inconsciamente decidiamo di cancellare.
· Le domande ci fanno attingere alle nostre risorse potenzianti.

Da ciò su cui siamo focalizzati, da quello che la mente cancella, dalle risorse che utilizziamo, dipende il nostro stato d’animo e dallo stato d’animo le azioni che andremo a compiere, e dalle azioni dipendono i risultati che otterremo.

Tenendo presente l’obiettivo, ben definito e motivante, che ci siamo dati, individuiamo le domande non utili, le domande che iniziano con “perché” che ci facciamo e trasformiamole in domande utili, che iniziano con “ come” e con “ cosa”
Esempio : Perché questa cosa capita sempre a me? Cambiala in “Cosa posso fare per evitare il ripetersi di questa cosa”
Spostiamo il focus, cancelliamo quello che non ci serve, accediamo alle nostre risorse migliori.

Fine terza parte

lunedì 2 febbraio 2009

DAL SOGNO ALLA REALTA'


2^ Parte: I bisogni

La Motiv-azione ovvero i motivi che ci spingono all’azione. La motivazione è data da quanto, l’obiettivo che vogliamo raggiungere, riesce a soddisfare i nostri bisogni.
Spesso ci capita di affermare di essere pigri per fare determinate azioni ma mi chiedo, per andare a vedere giocare la squadra di calcio del cuore saremmo troppo pigri? Se domattina prima dell’alba dovessimo incontrare la nostra donna/uomo dei sogni ma la condizione sarebbe .. Domani mattina prima dell’alba o mai più.. saremmo ancora troppo pigri per alzarci da letto , prepararci nel migliore dei modi e uscire di casa svegli e saltellanti come grilli?
Quindi, la pigrizia non esiste se quello che dobbiamo raggiungere e abbastanza motivante.
Un obiettivo è motivante quanto riesce a soddisfare determinati bisogni.
Secondo Antony Robbins, tutti gli esseri umani devo soddisfare alcuni bisogni, quattro di “ base” e due di livello superiore:
· Bisogno di Sicurezza che va a coprire la necessità mangiare, bere, la casa, il lavoro, la famiglia , insomma tutto ciò che in un modo o in un altro ci fa provare sicurezza, quelle cose che ci fanno sentire al sicuro.
· Bisogno di Varietà , il contrario del bisogno di sicurezza. Il bisogno di varietà viene soddisfatto dall’incertezza , dall’emozione dell’incognito e va ad annullare la “ noia “ del tutto sicuro. E’ il bisogno che ci fa uscire dalla nostra zona di confort e ci fa cercare e trovare situazioni e persone nuove.
· Bisogno di Importanza, il bisogno di essere importanti per qualcuno o per qualcosa che facciamo.
· Bisogno di Connessione o bisogno di amore è il bisogno che ci fa cercare i nostri simili, che ci spinge ad unirci ad una persona, ad avere amici, ad appartenere ad un gruppo.

Tutti questi bisogni non sempre vengono soddisfatti in maniera ecologica, intendendo per maniera ecologica azioni che fanno bene alla nostra vita e a quella di chi ci è vicino.
Per qualcuno il bisogno di sicurezza viene soddisfatto stando lontano dai propri simili, chiudendosi in casa e rifiutando ogni contatto con il mondo.
Il bisogno di varietà da alcuni viene soddisfatto facendo uso di droghe, di alcolici o tradendo il proprio partner o più semplicemente andando a rovistare nel frigorifero per cercare “ cose nuove “ da mangiare.
Nelle anticamere degli studi medici si nota chiaramente come le persone possano soddisfare il loro bisogno di importanza aumentando la gravità della propria malattia rispetto a quella dell’interlocutore.
Spesso il bisogno d’amore ci costringe a subire rapporti che ci fanno solo male. Questi sono solo alcuni dei modi in cui riusciamo a soddisfare questi bisogni in modo dannoso per noi , per la nostra vita, per la vita di chi ci è vicino, eppure lo facciamo.
Il primo dei due bisogni superiori è il bisogno di Crescere il secondo è Contribuire.
Il bisogno di crescere è il bisogno di renderci persone migliori, è il bisogno che ci spinge a studiare, a dare esami, a confrontarci e anche a leggere queste pagine ed imparare come raggiungere un tuo obiettivo. E’ il bisogno di realizzare la nostra vita.
Il bisogno di contribuire viene soddisfatto aiutando il prossimo. E’ quel bisogno che ci spinge a fare volontariato, a portare le borse ad una vecchia signora o ad far attraversare la strada ad un bambino. E’ in poche parole il bisogno che ci spinge a fare del bene.
Ora che è stata fatta una brevissima panoramica sui bisogni umani è il momento di scoprire se il nostro obiettivo è motivante .
Tenendo presente il tuo obiettivo ben formulato come abbiamo imparato nella prima parte, rispondiamo a qualche domanda.
Dalla qualità delle domande dipende la qualità delle risposte e della vita.

Domande sulla sicurezza:
· In che modo raggiungere il mio obiettivo soddisfa il bisogno di sicurezza?
· In che modo raggiungere il mio obiettivo mi farà sentire sicuro?
· Come mi sentirò, riguardo la sicurezza, quando lo avrò raggiunto?
· In una scala da 1 a 10 , quanto mi sentirò sicuro?

Domande sulla varietà.
· In che modo raggiungere il mio obiettivo soddisfa il bisogno di varietà?
· In che modo raggiungere il mio obiettivo mi permetterà di conoscere cose e persone nuove?
· Da una scala da 1 a 10 , quanto sarà soddisfatto il bisogno di varietà dal mio obiettivo?



Bisogno di connessione.
· In che modo raggiungere il mio obiettivo mi farà provare e mi darà amore e connessione?
· Da una scala da 1 a 10 quanto mi sentirò di amare e di essere amato?

Bisogno di importanza.
· In che modo raggiungere il mio obiettivo mi farà sentire importante?
· Come capirò di essere importante? Come mi vedo?
· Da una scala da 1 a 10 , quanto raggiungere il mio obiettivo mi farà sentire importante?

Bisogno di crescita.
· In che modo raggiungere il mio obiettivo mi farà crescere? Come diventerò ? Cosa imparerò durante il percorso?
· Da una scala da 1 a 10, quanto raggiungere il mio obiettivo mi farà crescere?

Bisogno di contribuire
· In che modo raggiungere il mio obiettivo soddisferà il bisogno di contribuire?
· In che modo contribuirò?
· Quali azioni specifiche compirò per migliorare la mia vita e quella di chi mi circonda?
· Da una scala da 1 a 10, quanto raggiungere il mio obiettivo mi permetterà di soddisfare il bisogno di contribuire?

Domanda generale sui bisogni.
Come posso soddisfare i miei bisogni in modo ecologico, facendo in modo che soddisfarli sia buono per me e per gli altri?

Rispondendo a queste domande sapremo se l’obiettivo che vogliamo raggiungere è motivante o meno. Soddisfare tutti i bisogni al massimo ci darà una forza incredibile e ci farà scoprire il perché vero che ci spinge all’azione.
Se il perché è motivante il come arrivare all’obiettivo non rappresenta un problema, saremo in grado di superare ogni ostacolo come se dovessimo alzarci prima dell’alba per andare ad incontrare la donna/uomo dei nostri sogni …. Prima dell’alba.

Fine seconda parte.